Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fornito chiarimenti in merito alle procedure di nuova iscrizione e di trasmigrazione degli enti esistenti al Registro Unico Nazionale degli Enti del Terzo Settore. (Circolare 21 aprile 2022, n. 9). PROCEDIMENTO DI ISCRIZIONE Il Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNTS) è operativo dal 23 novembre 2021. Nell’ipotesi di istanza presentata dal legale rappresentante, invece, l’ufficio del RUNTS accerta in primo luogo la regolarità formale dell’istanza, ovvero la presenza dei dati e delle informazioni necessarie nonché la completezza e correttezza della documentazione allegata. Successivamente, accerta, sotto il profilo di legittimità, la sussistenza delle condizioni previste dal CTS ai fini dell’iscrizione (conformità delle regole statutarie dell’ente alle norme inderogabili del CTS e rispondenza delle caratteristiche dell’ente alla sezione nella quale si richiede l’iscrizione). In proposito, il Ministero precisa che in ogni caso l’istruttoria deve consistere in una verifica della sussistenza delle condizioni previste dal CTS, escludendo che l’istruttore faccia ricorso alla discrezionalità amministrativa. ENTI GIÀ ESISTENTI Il procedimento di iscrizione al RUNTS è effettuato su domanda del notaio anche per gli enti già dotati di personalità giuridica, che intendono acquisire la qualifica di ETS. In tali casi, per effetto del provvedimento di iscrizione al RUNTS e per tutto il periodo di mantenimento dell’iscrizione stessa, viene sospesa l’efficacia dell’iscrizione nei registri delle persone giuridiche di provenienza e conseguentemente si rendono inapplicabili le disposizioni del DPR n. 361/2000. TRUST Il tema dell’accesso al RUNTS si pone anche con riguardo all’istituto del trust.
L’iscrizione al Registro Unico Nazionale degli Enti del Terzo Settore avviene su istanza di parte, e prende avvio dalla presentazione della domanda, che può essere effettuata dal notaio oppure dal legale rappresentante dell’ente o della rete associativa cui l’ente aderisce.
L’iscrizione tramite il notaio è obbligatoria nelle seguenti ipotesi:
a) enti di nuova costituzione che con l’iscrizione al RUNTS, oltre alla qualifica di ETS, intendano acquisire anche la personalità giuridica di diritto privato;
b) enti già dotati di personalità giuridica che intendono acquisire la qualifica di ETS;
c) enti già iscritti al RUNTS, privi della personalità giuridica, che intendono acquisirla o associazioni non iscritte al RUNTS e non riconosciute, che intendono, oltre alla qualifica di ETS, acquisire, quale ulteriore effetto, la personalità giuridica.
La differenza sostanziale tra l’iscrizione effettuata dal notaio e quella effettuata dal legale rappresentante, risiede nel fatto che solo nel primo caso l’ente che ne sia privo potrà acquisire, quale effetto ulteriore dell’iscrizione nel RUNTS, la personalità giuridica. Si tratta di una modalità semplificata, che trova la propria ragione nel “favor” del legislatore nei confronti degli ETS; la personalità giuridica, con l’effetto dell’autonomia patrimoniale perfetta e della responsabilità giuridica limitata che produce è strumentale ad un più agevole svolgimento delle attività di interesse generale dell’ente e al miglior perseguimento delle finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
Nel procedimento di iscrizione tramite il notaio, il ruolo del professionista è peculiare in quanto, antecedentemente alla presentazione dell’istanza, ha la competenza esclusiva di verificare “la sussistenza delle condizioni previste dalla legge per la costituzione dell’ente, ed in particolare dalle disposizioni del … Codice con riferimento alla sua natura di ente del Terzo settore”.
Tra i controlli di legalità che il notaio è tenuto ad effettuare c’è la verifica che l’atto costitutivo e lo statuto siano conformi tanto alle disposizioni applicabili alla generalità degli ETS quanto a quelle recate dalla disciplina particolare applicabile alla specifica qualificazione che l’ente intende conseguire (ODV, APS, ecc.). La selezione della sezione dove l’ente dovrà essere iscritto, effettuata dal notaio attraverso il sistema telematico, non è infatti un’operazione meramente meccanica, ma piuttosto essa costituisce l’esito dello scrutinio condotto dal professionista, sotto la propria personale responsabilità, circa l’effettiva rispondenza degli assetti statutari alle previsioni recate dalle norme.
Ulteriore oggetto della verifica del notaio è la sussistenza del patrimonio minimo. Riguardo a quest’ultimo aspetto, il Ministero ha evidenziato il differente regime giuridico introdotto dal Codice del Terzo Settore (CTS) rispetto alla previsione del DPR n. 361/2000: difatti, mentre quest’ultima disposizione reca il concetto di “adeguatezza del patrimonio” rispetto alla realizzazione dello scopo individuato nell’atto costitutivo/statuto, rimettendone la valutazione alla discrezionalità della P.A. competente, il CTS introduce il diverso concetto di “patrimonio minimo”, il cui livello di sufficienza è predefinito dal legislatore (15.000 euro per le associazioni; 30.000 euro per le fondazioni). La verifica circa la sussistenza del patrimonio minimo deve basarsi sulla consistenza del patrimonio nella sua interezza, comprensiva di tutte le sue componenti, inclusa, pertanto, l’eventuale parte eccedente la soglia minima legislativamente fissata.
Gli esiti di detta verifica devono essere attestati dal notaio espressamente, come parte integrante dell’atto depositato o con l’allegazione di un documento aggiuntivo alla domanda di iscrizione.
Nel procedimento di iscrizione tramite il notaio, dunque, residuano in capo all’Ufficio del RUNTS esclusivamente poteri di verifica della regolarità formale, tra cui rientrano la completezza e correttezza dell’istanza (ad esempio, la presenza delle informazioni e degli atti previsti).
Tale effetto sospensivo non ha natura facoltativa, né tanto meno è rimesso alla libera determinazione dell’ente.
La disposizione ha lo scopo di evitare la sovrapposizione di funzioni e competenze derivanti da una doppia, contemporanea iscrizione degli enti del Terzo settore nei registri delle persone giuridiche di cui al D.P.R. n. 361/2000 (tenuti da prefetture e regioni) e nel Registro unico nazionale del terzo settore.
La sospensione implica che in caso di cancellazione dal RUNTS, si riattiva la pregressa iscrizione, evitando in tal modo la perdita della personalità giuridica precedentemente acquisita dall’ente sulla base del D.P.R. n. 361/2000.
In virtù della prospettata soluzione, per tutto il periodo nel quale l’ente è iscritto al Registro unico nazionale del Terzo settore, esso soggiace alla disciplina propria del CTS ed è sottoposto ai controlli in esso previsti, dovendosi escludere la contemporanea sottoposizione ai controlli da parte della P.A. competente alla tenuta del registro delle persone giuridiche. In altre parole, per effetto dell’iscrizione al RUNTS gli enti in parola non acquistano una nuova o diversa personalità giuridica rispetto a quella già riconosciuta ai sensi del DPR n. 361/2000. Ugualmente, a seguito dell’eventuale cancellazione dal RUNTS, in coerenza con quanto sopra esposto, non è ravvisabile un caso di reviviscenza della personalità giuridica acquisita precedentemente all’iscrizione al RUNTS, ma più correttamente la riespansione dell’efficacia dell’iscrizione nel registro delle persone giuridiche e, conseguentemente, il riattivarsi dei poteri di controllo in capo all’ufficio gestore del registro delle persone giuridiche, quale autorità governativa ai sensi del codice civile, caratterizzati, tra l’altro dalla discrezionalità nel valutare l’adeguatezza del patrimonio residuo ai fini del conseguimento dello scopo sociale.
Tra i controlli di legalità che il notaio deve effettuare nei confronti degli enti già dotati di personalità giuridica, resta la verifica della sussistenza del patrimonio minimo. La verifica deve essere effettuata sulla base di apposita documentazione contabile. Anche quando gli enti in questione dispongano di denaro sufficiente a raggiungere il limite previsto non è infatti possibile escludere a priori l’esistenza di passività tali da ridurre, di fatto, la consistenza patrimoniale rappresentata da tale liquidità. La verifica deve essere basata su documenti contabili – patrimoniali aventi data certa non anteriore a 120 giorni dalla presentazione della domanda. Riguardo ai documenti contabili-patrimoniali, il relativo valore deve risultare da una relazione giurata di un revisore legale o di una società di revisione iscritti nell’apposito registro. In via subordinata, nel caso in cui l’ente si avvalga di un revisore legale esterno o quale componente dell’organo di controllo, la relazione giurata può essere sostituita da una situazione patrimoniale, aggiornata a non più di 120 giorni antecedenti la presentazione dell’istanza (ultimo bilancio d’esercizio approvato o bilancio infrannuale redatto con i medesimi criteri del bilancio di esercizio), completa della relazione dell’organo di controllo o del revisore che ne attesta la corretta compilazione. Tali documenti, su cui deve essere basata l’attestazione del notaio circa la sussistenza del patrimonio minimo, devono essere allegati all’atto pubblico ed essere depositati unitamente all’istanza presso il competente ufficio del RUNTS.
La relazione giurata sulla consistenza del patrimonio, sulla quale si basa l’attestazione effettuata dal notaio, deve essere prodotta anche con riferimento alle associazioni non riconosciute già iscritte al RUNTS, o a quelle che richiedano l’iscrizione, ove intendano ottenere la personalità giuridica.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha chiarito che secondo il consolidato orientamento giurisprudenziale il trust non è un soggetto giuridico, ma piuttosto un insieme di beni e rapporti con effetto di segregazione patrimoniale, non rilevando ai fini della conformazione della soggettività giuridica l’attribuzione della soggettività tributaria. L’affermata inesistenza della soggettività giuridica del Trust, ovvero la non configurabilità di esso come ente, ne preclude la possibilità di essere ricompreso all’interno del Terzo settore.